Dal Tribunale di sorveglianza alla vita di bordo

La partecipazione ad attività sportive, molto popolare tra gli adolescenti, spesso è incoraggiata tra i giovani, poiché vi si attribuiscono molti benefici per la salute psicosociale. Non è chiaro fino a che punto questa influenza positiva sia valida in caso di delinquenza giovanile, infatti gli eventuali effetti positivi della partecipazione sportiva, come ad esempio l’azione protettiva volta a limitare lo sviluppo della delinquenza, è tutt’ora oggetto di controversie.

Prima di sviluppare progetti in mare, la direzione scientifica della Fondazione Tender to Nave Italia e il Ministero di Grazia e Giustizia hanno analizzato diversi studi scientifici per esaminare la relazione tra la partecipazione sportiva e la delinquenza giovanile e i possibili fattori di moderazione di questa associazione. 

La letteratura non presenta alcuna associazione significativa tra la partecipazione sportiva e la delinquenza giovanile. 

Queste considerazioni hanno permesso di applicare il Metodo Nave Italia sui ragazzi del Tribunale dei minori: l’apprendimento disciplinato secondo regole militari è stato usato per prevenire la ricaduta nella delinquenza giovanile consolidata.

Ad oggi, i dati a disposizione non sono sufficienti a dimostrare che l’utilizzo del Metodo Nave Italia sia stato positivo. Tuttavia, quanto ottenuto sinora convince che se si associano prossimità (vita insieme) e disciplina (linea gerarchica definita con doveri e turni), la percezione del proprio ruolo nella società si modifichi in senso positivo. I ragazzi capiscono che l’autorità non è solo il poliziotto che ti arresta, ma un comandante e un nostromo che ti insegnano a proteggerti dal mare e dal vento se troppo forti, facendoti navigare in sicurezza. Comprendono anche che chi comanda, dorme e mangia insieme a te e vive nei tuoi stessi luoghi; non sono importanti gli sbagli fatti in passato, piuttosto la velocità con cui impari a fare un nodo marinaresco, la grinta che metti nella manovra alle vele e la tua perseveranza nel salire sull’albero di trinchetto. 

A bordo di Nave Italia c’è sempre spazio a programmi di educazione proposti dai tribunali dei minori perché siamo convinti che, oltre allo sport, ci siano molti altri spazi aperti da esplorare per riagganciare alla società chi ne è stato emarginato.

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